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20/06/2023

Il progetto V-Access, finanziato con 5 milioni euro in tre anni dalla Commissione UE, vede la collaborazione di 14 partner internazionali. Nell'ambito della ricerca, l'Università di Trieste coordina altri importanti partner: le università di Genova e Birmingham ed il Politecnico di Milano. A queste si aggiungono realtà industriali primo piano nel settore come Fincantieri e Vard, e all'avanguardia tecnologica per l'accumulo di energia, come Asg Superconductors (che realizzerà un magnete ed un cavo superconduttivo) e Skeleton technologies (che produrrà i supercondensatori).

V-Access (Vessel advanced clustered and coordinated energy storage systems) intende aprire la strada per i net zero vessel - (navi a emissioni zero); per tradurre tale obiettivo nella realtà si propone di integrare e portare in un'unica piattaforma di prova le più avanzate ricerche e tecnologie.

Il prof. Sulligoi (Università di Trieste) delinea le tre fasi del progetto: una prima fase serve a mettere in comune le esperienze di tutti i partner, la seconda sarà dedicata alla validazione e simulazione tramite digital twin e dispositivi fisici, la terza sarà dedicata alla sperimentazione in un ambiente che replica la sala macchine di una nave.
Matteo Tropeano (Asg Superconductors) spiega che anche le batterie più moderne devono attualmente essere sovradimensionate per fornire brevi picchi di potenza, in questo frangente possono subentrare tecnologie alternative di accumulo (supercondensatori e superconduttori) per limitarne lo stress e le dimensioni.
Il prof. Tricoli (Università di Birmingham) sottolinea l'importanza di riuscire ad integrare le nuove tecnologie di accumulo nell'ottica della decarbonizzazione dei trasporti marittimi.

Il prof. Sulligoi afferma che " bisogna individuare un armatore, fargli vedere che è possibile integrare a bordo le tecnologie e che queste migliorano i driver che gli stanno a cuore, che possono essere le emissioni, i consumi o far navigare le unità in aree marittime dove, per questioni ambientali, non si può andare con la propulsione tradizionale". Infine sottolinea: "le aziende italiane possono avere molto spazio nel settore, se si muovono per prime".

 

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